“Allora la creazione riconobbe il suo Creatore nelle sue forme ed
apparenze. Poiché in principio, quando Dio disse “E così sia!” i mezzi e
la Matrice della creazione erano Amore, perché tutta la creazione si è
formata attraverso di Lei in un batter d’occhio”
— Lo Spirito Santo come Sapienza,
Santa Ildegarda di Bingen
LA MATRICE DELLA CREAZIONE
Il femminile è la matrice della creazione. Questa verità è qualcosa di profondo ed elementare che ogni donna conosce nelle cellule del suo corpo, nelle sue profondità istintive. La vita proviene dalla sostanza del suo stesso essere. Lei può concepire e generare, partecipare al grandissimo mistero di portare un’anima alla vita. Eppure abbiamo dimenticato, o forse siamo stati allontanati dalle profondità di questo mistero, da come la divina luce dell’anima crea un corpo nel grembo di una donna e da come la madre partecipa a questa meraviglia, offrendo il suo stesso sangue ed il suo stesso corpo a ciò che verrà alla luce. La nostra cultura centrata su un Dio disincarnato e trascendente ha deprivato le donne, negando loro la sacralità di questo semplice mistero di amore divino.
Ciò di cui non ci rendiamo conto è che una tale negazione patriarcale non colpisce soltanto ogni donna, ma anche la vita stessa. Quando neghiamo il divino mistero del femminile, neghiamo anche qualcosa che è fondamentale per la vita. Separiamo la vita dal suo nucleo sacro, dalla matrice che nutre tutta la creazione. Distacchiamo il nostro mondo da quell’unica sorgente capace di guarire, nutrire e trasformare. Quella stessa sorgente sacra che generato ciascuno di noi ci è necessaria per dare senso alla nostra vita, per nutrirla con ciò che è reale, e per rivelarci il mistero, lo scopo divino dell’essere vivi.
Poiché l’umanità svolge una funzione centrale in tutta la creazione, ciò che neghiamo a noi stessi lo neghiamo a tutta la vita. Privando il femminile del suo sacro potere e del suo scopo, abbiamo impoverito la vita in modi che non ci è facile comprendere. Abbiamo negato alla vita la sua sacra fonte di significato e divino scopo, qualcosa che le antiche sacerdotesse conoscevano bene. Potremmo pensare che i loro riti della fertilità e le altre cerimonie fossero legati soltanto al bisogno di procreare o di ottenere un raccolto abbondante. Nella nostra cultura contemporanea non riusciamo più a capire come invece essi servissero a rappresentare un mistero ben più profondo, un mistero che permetteva di collegare consapevolmente la vita alla sua sorgente nei mondi interiori, una sorgente che abbracciava tutta l’esistenza incarnazione del divino, consentendo alla meraviglia del divino di essere presente in ogni istante.
I giorni delle sacerdotesse, dei loro templi e delle loro cerimonie sono passati e poiché la saggezza del femminile non è mai stata scritta, ma solo trasmessa oralmente (il logos è un principio maschile), questa conoscenza sacra è andata perduta. Noi non possiamo richiamare il passato, ma possiamo testimoniare di un mondo privato di questa presenza, un mondo che sfruttiamo per avidità e potere, che violentiamo ed inquiniamo senza troppo preoccuparci. E’ giunto il tempo di cominciare a lavorare per riportarla tra noi, per ricollegarci al divino che è al centro della creazione, per riscoprire come operare con i principi sacri della vita. Senza l’intercessione del divino femminino saremo relegati nella desolazione fisica e spirituale che abbiamo creato, lasciando in eredità ai nostri figli un mondo ammalato e profanato.
La scelta non è complessa. Riusciamo a ricordare la totalità che è in noi, la totalità che unisce spirito e materia ? Oppure dobbiamo continuare a camminare lungo la via che ci ha allontanato dal femminino, che ha separato le donne dal loro potere e dalla loro conoscenza sacra ? Se scegliamo la prima opzione, possiamo cominciare a risanare il mondo, non realizzando progetti del maschile, ma rivolgendoci alla saggezza del femminile, la saggezza che appartiene alla vita stessa. Se scegliamo invece la seconda possibilità, possiamo tentare di trovare qualche soluzione superficiale attraverso le nuove tecnologie: possiamo combattere il riscaldamento globale e l’inquinamento con progetti scientifici, ma non arriveremo ad un vero cambiamento. Un mondo che non è più collegato alla sua anima non può guarire. Senza la partecipazione del divino femminile non può nascere niente di nuovo.